BETTY BOYS HOME, MON AMOUR
Pubblichiamo una lettera che ci ha inviato il caro amico Elio dopo la sua visita alla Betty Boys Home
Prendendo lo spunto dal titolo di un famoso libro di Dominique Lapierre, scrittore che ha speso la propria vita tra le baraccopoli indiane al seguito di madre Teresa, voglio esprimere il profondo legame che ormai mi lega alla scuola ostello BBH. Una volta di più ho pensato alla differenza che passa tra pensare a qualcuno in modo generico e conoscerne invece il nome, sentirne la voce, poterne guardare il volto!
Cosi nel febbraio scorso mi sono recato ancora presso la scuola sulle Kolli Hills ( Tamil Nadu – India) per riabbracciare i ragazzi che con grande rimpianto avevo lasciato l’anno scorso.
Sotto la guida pimpante ed intraprendente del nuovo responsabile Fr. Edward, sono stati apportati alla scuola alcuni non indifferenti miglioramenti. Ricordate ” le latrine”, orbene sono diventati dei bagni, pur sempre “indiani” ma almeno sono praticabili!!!!!! Sono poi state imbiancate tutte le pareti interne dell’intero complesso. Il cambiamento migliore comunque è la nuova e più oculata organizzazione, l’ordine che il nuovo direttore ha voluto dare alla nostra scuola. La giornata dei ragazzi è scadenzata in modo puntuale ed ordinata con l’ausilio di due nuove e più preparate insegnanti e con il prezioso contributo di due valenti volontari, uno dei quali si “preoccupa” esclusivamente di insegnare inglese due ore al giorno.
I 43 ragazzi sono perciò stati finalmente posti al centro del progetto e la loro istruzione ed educazione è veramente diventata prioritaria!!
Per quanto mi riguarda ho portato giocattoli, quaderni, spazzolini da denti, dentifrici, matite, gomme, temperini ma, soprattutto, ho cercato più delle altre volte, di giocare con i ragazzi, di studiare con loro, di lavorare con loro, di mangiare con e come loro, di ridere con loro!! Sono e devono essere i ragazzi i veri protagonisti di questa nostra storia.
I ragazzi poverissimi, alcuni orfani, hanno ricevuto tutto quanto con assoluta dignità e fragoroso entusiasmo, sgranando ancor più i loro occhioni, ricambiando poi con immenso calore, affettuosi abbracci e sincero affetto.
E poi……..non potrò mai più dimenticare il loro quotidiano “good morning father elio, God bless you“….no carissimi il Signore benedica sempre e soprattutto voi!!! Grazie tante, siete riusciti ancora una volta a farmi piangere, ma nel contempo mi avete sicuramente ringiovanito di almeno dieci anni.
Cari ragazzi meritate molto di più, c’è da farvi provare maggiormente la bellezza della vita!!!!
Confermo ancora una volta ciò che diceva Madre Teresa di Calcutta che in ogni caso…
“Quanto si dà è sempre molto meno di quanto poi si riceve“.
Con amore Elio
